Giuseppe Ungaretti
- Andrea La China
- 1 ott 2018
- Tempo di lettura: 1 min
Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria D'Egitto nel 1888 da genitori lucchesi (Antonio e Maria Lunardini), emigrati in Egitto al tempo dei lavori per lo scavo del canale di Suez. A Parigi, dove si recò per studiare alla Sorbona, venne poi a contatto con l'ambiente del simbolismo francese, che influì molto sulla sua formazione. Ritornato in Italia, partecipò come semplice soldato alla Prima Guerra mondiale. Terminato il conflitto, si stabilì per qualche tempo a Roma, poi si trasferì in Brasile ad insegnare letteratura italiana e lì, per l'errore di un medico che aveva diagnosticato un'appendicite, gli morì per difterite il figlio di 9 anni, Antonello. Ritornato in Italia, Ungaretti insegnò per molti anni letteratura moderna all'università di Roma. Morì a Milano nel 1970.
Ungaretti concepisce la poesia come strumento di conoscenza della realtà. La sua poesia contiene la storia dell'itinerario del poeta: dall'angoscia esistenziale alla fede rasserenatrice in Dio. Ungaretti sente la guerra non come un'occasione di eroismo o esaltazione patriottica, ma come una fatalità che si abbatte sull'umile e povera gente d'Italia, la quale la subisce con rassegnazione. Ungaretti vuole esprimere questa condizione umana e lo fa con poesie brevi, a volte brevissime, ridotte a semplici notazioni. Per esprimere queste impressioni, il poeta rinuncia alla retorica, ai metri, ai versi tradizionali, avvalendosi di versi liberi, di parole semplici, essenziali.
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