Confronto tra Don Rodrigo e l'Innominato

Don Rodrigo e l'Innominato sono due figure molto diverse. Don Rodrigo è giovane, arrogante, non molto potente. L'Innominato è più vecchio, più esperto, proviene da una famiglia potentissima (i Visconti). La differenza, Manzoni la evidenzia anche nelle abitazioni: Don Rodrigo ha un palazzotto, l'Innominato un castello. Don Rodrigo non sa guadagnarsi il rispetto nemmeno dei suoi uomini, che sono piccoli delinquenti, sarà infatti tradito proprio dal Griso, il capo dei suoi bravi. L'Innominato ha un forte carisma, i suoi uomini gli sono fedelissimi, sono anch'essi fuorilegge, ma molto ben preparati ed organizzati, al punto che gli tessi Lanzichenecchi preferiscono evitare di attaccare il castello per saccheggiarlo, sapendo che troveranno una notevole resistenza, ma soprattutto, i loro comandanti non vogliono mettersi contro la famiglia Visconti. Il Nibbio, capo dei bravi, è fedelissimo all'Innominato e sarà proprio la compassione che egli prova per Lucia, al momento del rapimento, a far riflettere l'Innominato e portarlo sulla strada della conversione. Qui, arriviamo alla differenza sostanziale: l'Innominato capisce gli errori del passato, si pente, decide di cambiare vita ed usare il suo potere per aiutare gli altri, in particolare dopo l'incontro con il cardinale Federigo. Il cardinale è un Borromeo, famiglia ricca e potente, è ben lieto di incontrare un Visconti, ma non si degnerebbe mai di parlare a don Rodrigo, anche in questo notiamo quanto poco valore abbia la figura di questo giovane arrogante.. Don Rodrigo non si pente mai, muore nel lazzaretto, una fine triste, pieno di ira, dove incontra proprio fra Cristoforo, che gli aveva detto "Verrà un giorno...". La morte rende tutti uguali e don Rodrigo muore, in mezzo ai popolani, a quelle persone a cui si era sempre ritenuto superiore.